
Sono appena terminate le consuete celebrazioni natalizie, e non posso fare a meno di fare alcune considerazioni su come la situazione attuale stia contribuendo – inevitabilmente e non a caso – a cambiare il volto e il significato della famiglia e le dinamiche disfunzionali che non di rado si verificano al suo interno.
Come ripeto spesso, il cambiamento epocale che stiamo vivendo ha lo scopo di cambiare le immagini archetipiche che risiedono nell’inconscio collettivo. La famiglia è forse la più potente immagine archetipica che sta subendo una profonda trasformazione in vista della Nuova Era.
A questo proposito, consiglio a tutti la visione dell’ultimo film della Disney, che da decenni disegna letteralmente le immagini archetipiche che stanno alla base della nostra società. Ormai da qualche anno, la Disney ha dedicato le sue produzioni a protagoniste femminili che non sono più le classiche, dolci, fragili principesse in attesa del principe. E non è nemmeno la prima volta che viene affrontato il tema della psicogenealogia: Coco e Frozen II, in particolare, sono la perfetta rappresentazione di una costellazione familiare.
Spesso mi chiedono cosa siano le costellazioni familiari, e molti pensano perfino che ci sia una correlazione con l’astrologia, dato che uso entrambi questi strumenti per aiutare le persone nel loro percorso di crescita, ma l’analogia è piuttosto con l’astronomia, e si basa sull’osservazione che la famiglia è un sistema, proprio come una costellazione.
E così come in una costellazione ciascuna stella ha una sua collocazione ben precisa, così in ogni famiglia ciascuno ha la sua “posizione”, ovvero il suo specifico ruolo e una funzione unica. Il campo morfogenetico, che è pura energia, ed è stato scoperto da Bert Hellinger, determina le leggi che governano il sistema famiglia. Ne ho parlato anche in questo video sul mio canale youtube: http://ASTRO-PSICOGENEALOGIA: TEMA NATALE E STORIA FAMILIARE (prima parte), di Roberta Turci
Da questa osservazione deriva il fatto che ognuno di noi mette in scena dinamiche inconsce che hanno origine nel vissuto degli avi, che spesso non abbiamo nemmeno conosciuto, o dei quali non si parla mai. Sono infatti le immagini sepolte nel luogo più profondo della nostra psiche, e quindi nascoste alla nostra mente conscia, quelle che maggiormente ci condizionano, senza che ne abbiamo coscienza.
Spesso, nella storia famigliare, c’è un escluso, o un’esclusa, che non può essere nominato, di cui non si parla e che anzi è meglio dimenticare. Ma il campo morfogenetico esige che ciascuno sia ricordato e onorato, perché ciò che siamo oggi lo dobbiamo a tutti i nostri antenati! E così, prima o poi arriva il o la discendente che ha il compito di riscattare l’escluso/l’esclusa, e spesso la persona del riscatto è la cosiddetta pecora nera.
Sono tante le pecore nere incarnate in questo momento storico, perché sono proprio loro le persone che hanno il compito di pacificare e trasformare le immagini perturbate depositate nell’inconscio familiare!
In ogni famiglia, la pecora nera è la persona diversa da tutti gli altri, quella che fa scelte che nessun altro ha fatto, che non segue le orme familiari, che non si sposa, non ha figli, fa un lavoro non convenzionale, oppure ha una relazione fuori dagli schemi, e di solito è anche quella che cerca aiuto psicologico e si fa domande su ciò che accade fuori e dentro di sé. Le pecore nere soffrono molto, perché non sentono di appartenere alla loro stessa famiglia, che tuttavia amano e dalla quale desiderano essere viste e riconosciute, e si sentono incomprese, abbandonate, tradite e trattate ingiustamente.
Se ti identifichi nella pecora nera, sappi che è stato proprio l’inconscio familiare del tuo clan a sceglierti, perché ha bisogno di te, del tuo aiuto, e questo significa che hai tutte le risorse per adempiere al tuo compito! Hai personalità, energia, intelligenza e capacità sufficienti per aiutare tutto il sistema famigliare a evolversi e guarire.
La protagonista del nuovo film Disney, ENCANTO, un musical ambientato in Colombia, ispirato a Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcìa Marquez, è proprio la pecora nera della sua famiglia. Maribel è l’unica dei Madrigal, a non avere un talento speciale.
I Madrigal vivono in una casa magica, edificata per effetto di un miracolo compiutosi subito dopo una grande tragedia, la morte prematura e violenta del nonno. Per effetto di quella stessa magia, tutti i membri della famiglia sono dotati di un talento speciale, che viene scoperto al compimento del settimo anno di età durante una cerimonia sacra: Luisa ha una forza sovrumana, Isabel è perfetta nella sua grazia e bellezza, Antonio sa comunicare con gli animali, e così via.
Nonostante Maribel sia lasciata in disparte e umiliata dalla nonna, per la quale lei non è mai abbastanza, non perde mai la forza e il coraggio di andare avanti. C’è un impeto inconscio che la spinge a proteggere la sua famiglia, la cui magia rischia di spegnersi se l’autenticità di ciascuno non viene riconosciuta e onorata.
Le aspettative familiari sono reti invisibili nelle quali la maggior parte delle persone rimane invischiata pur di non perdere l’accettazione e l’amore degli altri componenti del clan: è qui il primo grande inganno della vecchia concezione di famiglia! Non può esserci amore dove non c’è libertà!
Chiunque ti chieda di essere ciò che non sei felice di essere, o di rimanere dove non sei felice di rimanere, non ti ama. Anche se si tratta di tua madre, o di tuo padre. O di una nonna.
Nel film, la protagonista compie un viaggio dell’eroe alla scoperta di sé stessa, confrontandosi con le sue stesse emozioni, che vediamo proiettate sulle sue sorelle e sugli altri personaggi. Andando alla ricerca dell’escluso dal sistema, vive un processo di trasformazione interiore e di accettazione di sé.
Accade sempre che la pecora nera per lungo tempo cada in dinamiche di co-dipendenza.
Tutti gli esseri umani hanno bisogno di sentirsi parte di una famiglia, nel senso più ampio del termine, e in primo luogo della propria famiglia biologica. Per questo, cercano di uniformarsi alle richieste più o meno esplicite del sistema. Chi entra a far parte di un clan con il ruolo della pecora nera, soffrirà a lungo prima di accettare di essere diverso, e di non poter sacrificare sé stesso per aderire a un modello che non gli appartiene.
Quando l’outsider accetta di essere ciò che è, e non cerca più di assomigliare agli altri né di compiacerli, spezza lo schema e riscatta l’escluso.
Nel film ENCANTO, è proprio Maribel che salva la magia. Lo fa nel momento in cui guarda la storia della sua famiglia con gli occhi dell’anima. Vede il dolore della nonna, prigioniera di un lutto mai elaborato, il sacrificio del nonno, non adeguatamente onorato, la sofferenza dello zio, incompreso e allontanato. E li accoglie, li include, li libera. Così facendo, libera anche gli altri componenti della famiglia, in ostaggio dei propri talenti per rispondere alle richieste della nonna, un femminile dominante e poco accogliente, seppur con le migliori intenzioni.
La morte e la perdita sono spesso all’origine di dinamiche disfunzionali. Per esempio, se un uomo muore prematuramente, lasciando la compagna sola con i suoi figli, può accadere che inconsciamente questa donna assuma un ruolo maschile, escludendo l’immagine archetipica del maschio dall’inconscio familiare perché associato al dolore, e trasmetta questa immagine perturbata alla sua discendenza, con le conseguenze che possiamo immaginare: difficoltà a incontrare l’amore, a formare un nucleo familiare, a fare figli, a essere felici in coppia…
Ogni volta che il dolore viene chiuso fuori, e un lutto non viene elaborato, si genera un nodo transgenerazionale, che può essere sciolto solo da un discendente designato. La persona del riscatto sceglie di interpretare questo ruolo perché per ragioni karmiche ha bisogno di imparare la lezione della compassione e dell’amore, soprattutto nei confronti di sé stessa, della sua stessa Anima.
La famiglia è il luogo ideale in cui apprendere queste lezioni: perciò karma individuale e karma familiare sono indissolubilmente intrecciati. Non è un caso se hai scelto proprio quella famiglia: loro avevano bisogno di te, e tu di loro.
In questi giorni, io stessa mi sono trovata ancora una volta faccia a faccia con le dinamiche disfunzionali che spesso si creano nelle famiglie, e che ci costringono a fare un viaggio nel profondo di noi stessi. E, come sempre più spesso accade, in un momento di grande sconforto, l’universo mi ha mandato un messaggio, proprio attraverso questo film.
Forse anche a te capita di pensare che non ti è permesso svolgere il tuo ruolo di “catalizzatore del cambiamento” all’interno della tua famiglia, perché non ti vedono, non ti ascoltano, e niente in loro sembra cambiare.
Riflettevo proprio su questo, nei giorni scorsi. Nella realtà, non sempre gli altri alla fine capiscono di aver sbagliato, si risvegliano, si mettono in cammino. A volte lo fanno, ma solo a metà. Non sono ancora pronti? Fanno resistenza? Impareranno mai? Chissà. Ma è proprio qui che entra in scena la grande protagonista: l’accettazione, la resa incondizionata.
Qualunque sia la ragione per cui certe persone non si risvegliano, non si aprono a una visione più profonda della vita, non escono dai modelli preconfezionati, a noi non resta che accettarli così come sono. Così come noi dobbiamo sentirci liberi di essere ciò che siamo, e di proteggere la nostra autenticità, dobbiamo permettere agli altri di essere come sono, anche se questo ci fa soffrire. In fondo, perché soffriamo? Perché abbiamo bisogno di essere ascoltati, perché il nostro bambino o bambina interiore chiede di essere riconosciuto/a nella sua unicità. Crescere significa liberarsi di questo bisogno, e darsi da soli il permesso di essere ciò che si è, anche se questo ci fa sentire senza radici.
Nel momento in cui Maribel accetta di non avere un talento speciale che la faccia sentire di diritto parte del suo sistema familiare, scopre di essere l’unica che può restituire la magia alla sua famiglia. E lo fa semplicemente per amore. Essendo semplicemente ciò che è.
Non che sia facile, ma è quello a cui siamo chiamati, oggi più che mai.
Se anche tu ti senti una pecora nera, sappi che hai l’onore di ridisegnare gli archetipi nell’inconscio famigliare, che insieme all’inconscio di tante altre famiglie, costituisce l’inconscio collettivo: è così che si dà vita al Nuovo Mondo, un mondo in cui ci sarà sempre meno posto per la forma e l’apparenza, per il potere del denaro, per la mediocrità e la superficialità, e sarà sempre più forte la voce dell’Anima.
Mi ha dato una grande gioia vedere questo film. D’altronde, da anni ho compreso la potenza della psicogenealogia e delle costellazioni familiari, che uso ogni giorno per aiutare le persone a pacificare le immagini più impressionanti sepolte nell’inconscio. Già dal Tema Natale si vedono bene: i simboli astrologici rappresentano proprio il mito che mettiamo in scena vivendo. Se vuoi conoscere il tuo, puoi scrivermi: roberta.turci@gmail.com
Con affetto, ti abbraccio,
Roberta